Il 2022 è stato un anno positivo per il mercato della Smart City, caratterizzato da una crescita molto marcata, + 23%, rispetto al 2021. Crescita dovuta anche all’assegnazione dei primi fondi legati al PNRR. A pesare di più sono applicazioni ormai consolidate, come l’illuminazione pubblica (24%), la smart mobility (21%), lo smart metering (i sistemi che consentono la telelettura e telegestione dei contatori di luce, gas, acqua) insieme allo smart building (12%). Crescono anche soluzioni legate all’energia (13%), come smart grid e comunità energetiche rinnovabili. Il 39% dei comuni al di sopra dei 15.000 abitanti ha avviato almeno un progetto di Smart City nel 2022. Il 21% se si considera tutti i comuni italiani. E quasi tutte le amministrazioni che hanno avviato progetti negli ultimi anni (l’89%), vuole continuare a investire in nuove iniziative per la Smart City. Un dato che indica un alto grado di soddisfazione rispetto ai risultati ottenuti o, in ogni caso, una volontà di sviluppare ed approfondire ancora di più il percorso intrapreso. Progetti destinati ad aumentare in futuro: il 41% dei comuni afferma infatti di voler investire in iniziative di Smart City nel prossimo triennio. L’anno scorso era il 33%.
Sono questi alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Smart City della School of Management del Politecnico di Milano, presentata recentemente.
Il tema della Smart City inizia ad essere conosciuto dal grande pubblico. Secondo l’indagine svolta in collaborazione con BVA Doxa, il 65% degli intervistati, infatti, ha sentito parlare di Smart City e la maggior parte di essi vi associa il concetto di “città innovativa”. Il 64% dei cittadini reputa però ancora futuristica e distante la realizzazione di una città interamente “smart”. Solo l’11% esprime un parere pienamente positivo su quanto implementato, mentre il 47% crede che la città in cui vive abbia adottato alcune tecnologie digitali, ma che si potrebbe fare molto di più. Il 35% non ritiene adeguata l’offerta digitale in città. In particolare, le persone intervistate lamentano soprattutto difficoltà nel trovare parcheggio (54%), pessime condizioni del manto stradale (53%), criminalità e vandalismo (39%), eccessivo livello di traffico e trasporto pubblico carente (entrambi al 37%). È chiaro, dunque, come le priorità suggerite dai cittadini siano fortemente legate ai temi della mobilità smart e della sicurezza (sentite entrambe come esigenza dal 41%).
Le tecnologie Smart applicate al trasporto e all’energia rivoluzioneranno nei prossimi anni le nostre città. Molti dei comuni italiani hanno già compreso le potenzialità di questa rivoluzione e hanno iniziato ad introdurre progetti di Smart City. A tal proposito, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta una grande opportunità per sviluppare progetti smart nelle città e nel territorio italiano. Secondo la stima dall’Osservatorio, i finanziamenti dedicati alle città intelligenti superano i 17 miliardi di euro; l’82% dei comuni ha in programma investimenti finanziati con fondi del PNRR, puntando su digitalizzazione, sostenibilità e inclusione.
Esistono tuttavia dei punti di attenzione che impediscono veri salti di qualità. Per liberare il potenziale dei progetti di Smart City è necessario, dunque, sviluppare innanzitutto una cultura dell’innovazione che permetta di identificarne tutti i vantaggi, compresi quelli che nascono dall’unione di più applicazioni verticali in sistemi integrati. La connettività rende possibili nuovi modelli di business all’interno delle Smart City. Lo sa bene Vem Solutions (azienda del Gruppo Elem), che già oggi collabora con molte amministrazioni in Italia per supportarle nella realizzazione di progetti innovativi e sostenibili per la propria comunità.