La mostra sarà inaugurata domani sabato 13 gennaio alle 18:00 e resterà aperta fino al 30 giugno ogni weekend dalle 15:00 alle 18.30, con ingresso libero, al M.A.C.I.S.T. Museum Via Costa di Riva 9, Biella.
Vediamo come nasce il mito.
Nel 1884 la società Piaggio, fondata a Genova da Rinaldo Piaggio, all’epoca ventenne, si dedica inizialmente alla costruzione di arredamenti navali per poi estendere la propria attività alla costruzione di carrozze e vagoni ferroviari, motori, tram e carrozzerie speciali per autocarri. Negli anni che precedono la seconda guerra mondiale, e durante il conflitto, Piaggio diventa uno dei maggiori produttori italiani di aerei. Proprio per questo rappresenta un obiettivo militare strategico e gli stabilimenti Piaggio di Genova, Finale Ligure e Pontedera escono distrutti dalla II guerra mondiale. Immediatamente dopo la guerra i figli di Rinaldo Piaggio, Enrico e Armando, curarono la ricostruzione e il nuovo avvio della produzione industriale.
Enrico Piaggio si occupa successivamente della riconversione industriale, puntando sulla mobilità individuale. Sebbene la prima Vespa sia stata brevettata nel 1946, la sua storia può considerarsi iniziata due anni prima con la presentazione del suo progenitore l'MP5 Paperino, così denominato in analogia alla la prima auto del popolo, la Topolino. Il Paperino aveva un aspetto goffo, tanto da meritarsi l'appellativo di "brutto anatroccolo" così il progetto fu presto accantonato e il modello non venne più prodotto e commercializzato.
Lo stesso Enrico comprese che per realizzare qualcosa di realmente innovativo avrebbe dovuto scegliere un progettista la cui mente fosse sgombera da ogni concetto costruttivo riguardante una motocicletta; scelse così di affidarne la progettazione all'Ingegnere aeronautico Corradino D'Ascanio, progettista di alcuni modelli sperimentali di elicotteri e uomo che "detestava le motociclette", quindi la persona ideale per inventare qualcosa di completamente nuovo.
D'Ascanio detestava dover scavalcare una moto per sedervisi sopra, così sfruttò le sue conoscenze di progettista aeronautico per inventare la prima moto a scocca portante, priva di struttura tubolare in acciaio e, grazie a questo, priva di tunnel centrale. Adottò una sospensione anteriore ispirata a quella dei carrelli per aerei e creò un motore concettualmente derivato dai motori d'accensione aeronautici. Spostò il cambio sul manubrio, ritenendolo molto più pratico da usare, coprì il motore con il telaio per rimediare alle frequenti perdite d'olio che macchiavano i pantaloni, aggiunse la ruota di scorta in quanto la maggior parte delle strade dell'epoca erano in sterrato ed i motociclisti erano costretti a rimediare alle frequenti forature con soluzione e toppe. Modellò la posizione di guida attorno al disegno di un uomo comodamente seduto su una poltrona, affinché la guida prolungata risultasse la meno affaticante possibile. Con l’aiuto di Mario D’Este, suo disegnatore di fiducia, a Corradino D’Ascanio bastarono pochi giorni per mettere a punto la sua idea e preparare il primo progetto, a Pontedera nell’aprile del 1946. Era nata così la prima Vespa.
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Fonte Wikipedia