La notizia ha fatto il giro del mondo: dopo Yoshua Bengio, firmatario di una petizione che ha chiesto uno stop di sei mesi allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, Geoffrey Hinton lascia Google spaventato dai progressi di questa tecnologia. Le dimissioni dello psicologo cognitivo e scienziato informatico riaprono il dibattito sui rischi dell’IA. Insomma, l‘intelligenza artificiale è una minaccia per tutti noi e distruggerà posti di lavoro? Secondo lo studio Artificial intelligence index report 2023, realizzato dal provider NetBase Quid, assolutamente no! Anzi li creerà.
Nella domanda globale di manodopera AI, ovvero la percentuale di tutte le offerte di lavoro che richiedono un qualche tipo di abilità di intelligenza artificiale, nel 2022 i primi tre paesi sono gli Stati Uniti (2,1%), il Canada (1,5%) e la Spagna (1,3%). Qui l’Italia è pesantemente indietro, perché è penultima in classifica (15 i paesi analizzati in tutto) con un tasso dello 0,72%. Tuttavia, il nostro cresce velocemente, come mostrato dai dati sulle assunzioni legate all’AI classificandosi terza, sotto solo alla Spagna e a Hong Kong. L’Italia ha però un basso tasso di penetrazione di competenze AI. Nel 2022, i tre paesi con i più alti tassi sono India (3,2), Stati Uniti (2,2) e Germania (1,7). L’Italia, con 0,95, è molto al di sotto e si colloca terzultima, sopra Svizzera e Australia.
Gli investimenti privati globali nell’AI sono stati di 91,9 miliardi di dollari nel 2022, in calo del 26,7% rispetto al 2021. Tuttavia, durante l’ultimo decennio nel suo complesso, questi sono aumentati in modo significativo. Nel 2022 è stato 18 volte superiore a quello del 2013. Gli Stati Uniti guidano il mondo con 47,4 miliardi di dollari, circa 3,5 volte l’importo investito dalla Cina (13,4 miliardi di dollari), che si colloca seconda. Gli USA continuano inoltre a guidare in termini di numero totale di società di intelligenza artificiale di nuova costituzione, registrando 1,9 volte di più dell’Unione europea e del Regno Unito messi insieme e 3,4 volte di più della Cina.
La percentuale di aziende che adottano l’intelligenza artificiale nel 2022 è più che raddoppiata dal 2017, sebbene negli ultimi anni si sia stabilizzata tra il 50% e il 60%. Il caso d’uso dell’AI più comune è l’ottimizzazione delle operazioni di servizio (24%), seguito dalla creazione di nuovi prodotti basati sull’intelligenza artificiale (20%), la segmentazione dei clienti (19%), l’analisi del servizio clienti (19%) e il miglioramento dei prodotti esistenti (19%). Questo dimostra come l’intelligenza artificiale può essere un abilitatore potentissimo di prodotti e servizi in moltissimi ambiti. Lo sa bene Vem Solutions, player globale in grado di competere sui mercati del futuro con capacità di sviluppo innovative, flessibilità operativa e sinergie tecnologiche che sappiano valorizzare e sviluppare le nuove opportunità rappresentate dall’IoT, i Big Data analytics e la business intelligence.