Tre italiani su quattro chiedono uno stile di vita sostenibile, in aumento del 3% rispetto a un anno fa, mentre nel 2015 la percentuale si fermava al 43%. La quota sale tra i laureati e tra i giovani. E’quanto emerge dalla 7° Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile. La ricerca condotta da LifeGate, in collaborazione con l’Istituto Eumetra MR, è stata realizzata su un campione di 921 individui rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, con sovracampionamento di 500 casi sulle città di Roma e Milano, e un segmento specifico appartenente alla Generazione Z, tra i 18 e i 24 anni.
Tra le sorprese della ricerca, emerge che il 28% degli italiani ancora non sa che cosa siano le energie rinnovabili, ma il 20% già le usa. Ancora più grande il gap di conoscenza davanti alla finanza sostenibile: solo il 25% ha sentito parlare di crowdfunding (ma a Milano la percentuale sale al 47%); appena il 17% conosce gli investimenti a impatto e, a dispetto del boom sui mercati, soltanto l’11% ha familiarità con i fondi di investimento ESG, acronimo che sta per environment, social e governance. Così solo una persona su 10 ha investito parte dei propri risparmi (12%), anche se a parole la finanza green è importante per il 37%.
La sostenibilità guida sempre di più anche le scelte di acquisto di prodotti e servizi, segnala l’Osservatorio. Il 35% tiene in considerazione le informazioni trasparenti, la presenza di certificazioni sostenibili (24%), l’adesione a progetti ambientali (16%) e la compensazione delle emissioni (14%), valori che crescono con il diminuire dell’età degli intervistati. Cambia anche la reputazione dell’azienda, che viene giudicata come sostenibile per l’uso responsabile delle risorse (50%), l’essere Carbon Neutral (30%), la pubblicazione del report di sostenibilità (19%) e l’assetto di Società Benefit o BCorp (5%).
Che cosa fanno gli italiani per comportarsi in modo sostenibile? Quasi la metà (il 47%) ha ridotto l’uso di bottiglie di plastica. Un quarto della popolazione utilizza mezzi di trasporto a minor inquinamento (a Milano si sale al 36%). Una persona su 5 (il 21%) usa cosmetici naturali. Il 25% sceglie di limitare la carne. Il sostegno all’agricoltura biologica arriva al 79%, mentre il consumo di alimenti biologici è al 14%, ma il 33% è disposto a spendere di più per l’acquisto di prodotti da agricoltura biologica. Inoltre l’81% sa che l’arredamento e l’abbigliamento possono essere sostenibili, anche se poi solo il 12% utilizza capi di abbigliamento naturali.
Viasat Group è da anni impegnata nella diffusione di tecnologie telematiche che consentono un utilizzo ottimale delle flotte adibite al trasporto merci e persone, perché ogni veicolo commerciale leggero o pesante può ridurre la quantità di diossido di carbonio emessa percorrendo le rotte più brevi e meno trafficate, riducendo il consumo degli pneumatici e dei freni. Ogni comune che adotti una delle soluzioni smart cities può, ad esempio, ottimizzare l’attività di raccolta dei rifiuti, tracciare i suoi percorsi e verificare il suo corretto smaltimento, potenziare lo sviluppo della cosiddetta economia circolare, dove gli scarti di qualcuno diventano una materia prima per qualcun altro, anziché essere sepolti sotto terra per le generazioni future.
Le relazione ambientale che il Gruppo ha costruito in questi anni di attività, rappresenta un punto di eccellenza ed un vantaggio competitivo rilevante. Comprendere il cambio di paradigma, che vede il passaggio da una economia lineare a un modello circolare, è il presupposto fondamentale per offrire il nostro contributo per promuovere uno sviluppo sostenibile a impatto ambientale zero.